Beatles ’68

2008

mostra Beatles ’68

Milano, Spazio Oberdan

allestimento, con Federico Vidari, Paolo Giacomazzi, Simone Benocci (colonna sonora)

grafica: Marco Boldrini

committente: Provincia di Milano

 

 

Ragioni e spirito dell’allestimento – di Nicola Marras, Federico Vidari, Paolo Giacomazzi, Simone Benocci

 

L’allestimento di una mostra sui Beatles nel 1968, a nostro avviso, non può che cercare di esibire il complesso iato tra la vicenda dei Fab Four e e quanto è accaduto nel mondo in quell’anno fatidico.

Accomuna le due vicende, forse a prima vista lontane, l’affacciarsi alla storia di un’intera generazione. I ragazzi, che qualche anno prima, appena adolescenti, hanno tributato un trionfo planetario ai Beatles, sono gli stessi poi accorsi a Firenze a salvare i libri dal fango dell’alluvione, e gli stessi che, appena cresciuti, sulle strade e nelle università di tutti i continenti testimoniano -a volte, anche duramente- il loro sogno di un mondo migliore. 

La loro fu un’illusione categorica, forse schematica, però fu anche poesia di un’illusione. Subito infranta, non dai fumi delle barricate, ma dagli assassini di Martin Luther King e di Bob Kennedy, dal Biafra, dai carri armati a Praga, da una lunga -non ancora interrotta- stagione di guerre e di piombo. 

I Beatles nel 1968 stanno per separarsi. Ma, insieme, prestano ancora la loro voce agli ideali dell’amore universale, del Pacifismo. Vanno in India, mito alternativo della generazione dei fiori. Yellow Submarine è un capolavoro di quell’ironia surreale che è anche il senso profondo -e mai sufficientemente considerato- dell’immaginazione al potere. 

Forse solo John Lennon non apparve insensibile ai sogni e alle inquietudini più radicali di quei ragazzi. Lo iato tra la loro vicenda e il mondo, il tramonto dell’unità del gruppo, forse rispecchiano un turbamento più vasto, una profonda spaccatura che attraversa l’anima di un’intera generazione. 

L’allestimento, mettendo a confronto le voci e le immagini, dei Beatles e di quell’anno, cerca di rappresentare questa spaccatura, ma anche la coincidenza, o l’impetuoso accavallarsi in un unico tempo, di amore, di rabbia, di musica, di sogni. 

 

note sull’allestimento

il percorso espositivo –che si apriva e chiudeva nel grande salone centrale- si sviluppava lungo l’anello delle sale.

Sul lato esterno dell’anello, su tre delle pareti di ognuna delle sale, era presentata la documentazione relativa ad ognuno degli LP via via pubblicati nel ’68. Sul lato interno dell’anello, sulla quarta parete -che senza soluzione di continuità collegava tutte le sale-, erano montate macrofotografie in b/n che ricordavano gli avvenimenti principali di quell’anno: l’invasione della Cecoslovacchia, il golpe dei Colonnelli in Grecia, gli assassinii di Bob Kennedy e di Martin Luther King, la guerra in Vietnam, le rivolte studentesche in tutto il mondo…

In ogni sala altoparlanti invisibili riproducevano alternativamente brani degli LP o le telecronache e i suoni di ciò che era accaduto nel mondo, come i discorsi di Martin Luther King e Kennedy, il rombo degli elicotteri, i carrarmati a Praga o a piazza Syntagma, gli slogan scanditi nelle manifestazioni studentesche…